Fitoterapia

Dal greco phytón (pianta) e therapéia (cura), prevede l’utilizzo di estratti di piante officinali per la cura delle malattie. Viene utilizzato in maniera puramente meccanicistica il principio attivo della pianta, che andrà quindi ad agire in maniera fisicamente simile ad un farmaco di sintesi, ma con meno reazioni avverse. Vengono assunti in quantità ponderali, commisurate al peso corporeo.
In fitoterapia è determinante prestare attenzione alla formulazione farmaceutica e alle dosi: molto spesso gli integratori alimentari ed i fitoterapici in commercio sono opercoli in polvere, anziché di estratto secco, con quindi una concentrazione di principio attivo in dose insufficiente per avere una qualsiasi azione sull’organo bersaglio. Ugualmente, dosi troppo basse della formulazione corretta non saranno sufficienti a dare una risposta efficace (ad es. Tintura madre).
Effetti avversi: la minor frequenza di effetti avversi dipende dalla natura e dalla concentrazione dei costituenti chimici farmacologicamente attivi: oltre ai principi attivi, cui si ascrive l’azione terapeutica, nella fonte vegetale sono presenti altre sostanze complementari che contribuiscono a modularne l’azione (concetto di fitocomplesso).
Ad ogni modo non bisogna dimenticare che sono in grado di dare effetti avversi e di interferire con alcune specifiche terapie farmacologiche (ad es. Hypericum).